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Nell'ambito della rassegna Festa del Mare
Incontro con Fabio Mini
presenta Matteo Tacconi
Il generale Fabio Mini presenterà il suo ultimo libro “Mediterraneo in guerra. Atlante politico di un mare strategico” (Einaudi). Il viaggio nel cosiddetto “Mediterraneo allargato”, fino al Caspio e all’Oceano Indiano, mostra il vero valore di questo bacino e l’importanza delle terre che lo delimitano. Il quadro delle terre mediterranee è desolante specialmente nella loro propensione all’instabilità, alla rivoluzione, alla guerra, al colpo di stato, al sovvertimento istituzionale e alla criminalità. Eppure non è ancora troppo tardi per ridare loro dignità. Bisogna soltanto cogliere la dimensione marittima del mediterraneo nella sua reale valenza di collegamento e non di separazione. Le terre del mediterraneo sono territori appartenenti a popoli, a stati, non sono il nulla intorno al mare. Hanno in comune tanti problemi, sono democrazie incostanti. Ma condividono anche culture, scambi, esperienze, dialoghi. Sono queste terre e questi popoli ad esprimere le affinità che vanno a comporre l’ “identità dell’essere”, intesa come un’idea comune di Mediterraneo: la consapevolezza di essere qualcosa di grande. Le rivolte arabe hanno preso di mira strutture di potere autoritarie, vecchie. Sono state fatte soprattutto da giovani. Per decenni si è parlato del mediterraneo come del bacino di transito di diseredati da una sponda all’altra, da sud a nord, da est ad ovest, dall’Asia e dall’Africa all’Europa. Si è parlato di sicurezza, di pressione migratoria, di bomba umanitaria, d’invasione scalza. Si sono fatti i calcoli sui numeri di questa invasione ed abbiamo eretto barriere fisiche ed intellettuali. Abbiamo inventato il respingimento e lo abbiamo spacciato per misura di sicurezza. Abbiamo riesumato i campi di confino e li abbiamo battezzati centri di accoglienza. Con le rivolte mediterranee, i giovani hanno manifestato la volontà di non ripetere le esperienze umilianti dei loro padri.
Il Generale di Corpo d’Armata Fabio Mini ha comandato tutti i livelli di unità meccanizzate italiane. Ha prestato servizio nell’esercito statunitense ed è stato Addetto militare in Cina, Capo di Stato Maggiore del Comando Nato del Sud Europa e Comandante della Forza Internazionale in Kosovo. Saggista di geopolitica, collabora con Repubblica, L’Espresso, Limes e Il Piccolo. Ha pubblicato: con Einaudi La guerra dopo la guerra, 2003, Soldati, 2008, Mediterraneo in guerra, 2012, con il Mulino Eroi della guerra, 2010 e con Chiarelettere Perché siamo così ipocriti sulla guerra?, 2012.
Ingresso gratuito