CinemaTeatro Studio
Selezione dal Terra di Tutti Film Festival
Harraguantanamo
regia di Giulia Bondi e Ilyess ben Chouikha (Italia 2011, 5’)
Ilyess, 30 anni, originario di Zarzis (Tunisia) ha documentato il suo viaggio da harraga, clandestino, in 70 fotografie scattate col cellulare tra il 28 marzo e il 17 aprile 2011. Dalla traversata a Lampedusa, tra emergenza e accoglienza, fino a una tendopoli dove ha vissuto per 13 giorni. "Come a Guantanamo", dice lui; senza acqua a sufficienza per le docce di 700 persone, tra tentativi di fuga inizialmente negati dalle forze dell’ordine, nella costante incertezza sul proprio destino.
Recinti (Manduria)
regia di Andrea Gadaleta Caldarola (Italia 2011, 35’)
"Recinti, Manduria 2011" è un progetto di comunicazione indipendente che prende forma in un reportage. Il reportage racconta la nascita del centro d’identificazione ed accoglienza nato nel marzo del 2011 fra Oria e Manduria, in Puglia, dall'arrivo dei primi tunisini fino al momentaneo svuotamento del campo. Ripercorre le storie di chi è andato via dalla Tunisia, nei primi mesi di quest'anno, attraversando il Mediterraneo in barca, per poi trovarsi in Italia rinchiuso nei recinti di Lampedusa, Manduria, Santa Maria Capua Vetere e nei CIE costruiti sull'onda dell'emergenza.
Niguri
regia di Antonio Martino (Italia 2009, 47’)
Il microcosmo del piccolo villaggio calabrese di Sant’Anna “invaso” dai “Nìguri”(Neri in dialetto calabrese), dove ha sede uno dei più grandi campi d'accoglienza d'Europa, riflette quello che succede nel macrocosmo d’Italia: paura delle diversità, diffidenza e il dubbio di come, e se, accogliere gli immigrati clandestini che raggiungono le nostre coste. La gente di Calabria, storicamente definita emigrante, accetta malvolentieri la convivenza con i nuovi arrivati, che attendono a lungo, e spesso invano, un documento per poter vivere in Italia e che molto probabilmente finiranno in posti come Rosarno a fare gli schiavi.
O scià. La frontiera
regia di Lorenzo Galeazzi e Danilo Monte (Italia 2009, 20’)
Oggi Lampedusa è un “autogrill in mare”. Nel corso del 2008 sono arrivati sull’Isola circa trentamila migranti. Uomini e donne che decidono di lasciare la propria terra per migliorare le proprie condizioni di vita, o per scappare da guerre, fame e persecuzioni. Le fasi del soccorso, dell’accoglienza e della detenzione mostrate attraverso gli occhi dei protagonisti coinvolti: dai marinai, che salvano gli immigrati dal mare, allo staff del centro d’accoglienza, dai lampedusani ai migranti stessi. O’Scia riapre il dibattito sullo status di queste persone (sono naufraghi o clandestini?) e sulla dinamica dello sbarco che in realtà non esiste (nove volte su dieci queste persone vengono recuperate in acque internazionali) soffermandosi sulle reazioni degli abitanti dell’isola.