Lunedì 1 settembre giornata dedicata alla Bosnia ad Adriatico Mediterraneo 2014: ad Ancona il Presidente di turno dell’Iniziativa Adriatico Ionica Ivan Orlic, alla Corte della Mole concerto dei Divanhana. E poi ultimo giorno di proiezioni, i Monologhi sulla violenza contro le donne, Redi Hasa e Maria Mazzotta alla Chiesa del Gesù
Apertura da tutto esaurito per Adriatico Mediterraneo Festival 2014: sabato sono state circa 4000 le persone che hanno partecipato agli eventi in programma per la prima giornata della manifestazione. Posti a sedere esauriti e tanta gente in piedi alla Corte della Mole per l’incontro pubblico di Gianni Vattimo sul tema centrale del Festival 2014, i Confini. Tanta gente anche al successivo concerto di Kabila e XDarawish, tutti occupati i posti alla Chiesa del Gesù per il chitarrista Heiko Plank, un successo anche le iniziative alla Casa della Cultura a Vallemiano.
Gli eventi di lunedì 1 settembre
È la Bosnia Erzegovina la protagonista di lunedì 1 settembre ad Adriatico Mediterraneo Festival 2014. Quello con il paese balcanico è un legame particolare per il Festival e in special modo per l’edizione di quest’anno: il 16 giugno scorso si era infatti tenuta a Sarajevo una vera e propria anteprima della rassegna con incontri, musica e lo spettacolo di Moni Ovadia & Orchestrina Adriatica “Sarajevo, uhn porto senza mare”. A sottolineare questo rapporto speciale c’è la presenza ad Ancona dell’ambasciatore Ivan Orlic, Presidente di turno dell’Iniziativa Adriatico Ionica: l’ambasciatore Orlic visiterà la città, incontrerà le autorità e alla sera seguirà alla Corte della Mole il concerto dei Divanhana.
Il gruppo, che si esibisce ad Adriatico Mediterraneo in esclusiva per l’Italia, riprende la tradizione della sevdalinka, la musica bosniaca di amore e passione che nasce nel periodo dell’Impero Ottomano, per riaggiornarla in chiave pop e jazz. La band nasce nel 2009 da un gruppo di studenti dell’accademia musicale di Sarajevo che, grazie alle rispettive esperienze e sensibilità, uniscono elementi della musica sefardita ed orientale con una spiccata sensibilità jazz, orchestrati e sottolineati dalla voce chiara della cantante Leila Catic, che accompagna le emozioni del pubblico in un ricco percorso tra gioia e malinconia. Il gruppo è reduce dalla partecipazione a festival in Portogallo e Grecia e da un tour che li ha portati ad attraversare l’Europa. È un concerto davvero da scoprire, che interpreta una delle ragioni d’essere centrali di Adriatico Mediterraneo: fare apprezzare musiche e tradizioni ancora poco conosciute al pubblico italiano, per scovare i legami tra paesi e culture che si affacciano sul mare.
Appuntamento alle 21.30 alla Corte della Mole, ingresso 5 euro.
Le proiezioni
Ultimo giorno di proiezioni alla Loggia dei Mercati con una serata interamente dedicata a video e documentari provenienti da Terra di Tutti Film Festival. Le opere sono proiettate in lingua originale con sottotitoli in italiano.
Alle 19.00, il tema portante è “Dietro l’obiettivo”, con due opere centrate su chi sta dall’altra parte della macchina da presa o della fotocamera: “Beirut Photographer” di Mariam Shahin e George Azar, (Qatar 2012, 47'), racconta del ritorno a Beirut del fotografo George Azar trent’anni dopo avere documentato, nel 1981, la guerriglia dell’OLP e la vita quotidiana dei civili; “Camera-Woman” di Karima Zoubir, (Marocco 2012, 59') si narra di Khadija, una donna marocchina divorziata, che lavora come operatrice di ripresa durante i matrimoni, tra le mille difficoltà che una donna divorziata è costretta ad affrontare in Marocco e non solo.
Alle 21.15 si apre lo “Spazio DOC”, con due opere italiane: “Il Rifugio” di Luca Cusani e Francesco Cannito, (Italia 2012, 56') narra l’anno tra 2011 e 2012 in una spettrale stazione sciistica in Valle Camonica, dove vengono trasferiti centosedici profughi provenienti dall’Africa, in attesa di conoscere il loro destino di richiedenti asilo; “Palestina per principianti. Educazione sentimentale di un bassista rockabilly” di Francesco Merini (Italia 2012, 60') vede protagonista Zimmy, giovane bolognese che ama fare due cose nella vita: suonare il basso con la sua band e starsene nella sua città. La sua vita cambi quando i suoi compagni di gruppo organizzano un viaggio per andare a insegnare musica ad alcuni bambini di un campo profughi palestinese.
Il teatro
Come avviene da tempo, anche per l’edizione 2014 Adriatico Mediterraneo Festival propone una riflessione sulla condizione femminile. Quest’anno lo fa attraverso il teatro, con uno spettacolo tratto dal format “Storie di donne morte ammazzate-Allegra barbarie italiana” di Betta Cianchini, grazie alla collaborazione con la Commissione Pari Opportunità di Regione Marche: una serie di monologhi che sono un puzzle delle tante storie di violenza sulle donne che quotidianamente avvengono in Italia, narrate con un piglio amaro spesso acidamente ironico, senza crogiolarsi nel dolore ma indagando le dinamiche emotive e culturali che si celano dietro la violenza. Sono due i monologhi ce verranno rappresentati: “La storia di Salvatore”, un monologo ironico e divertente che diventa man mano un noir, racconta di una ex moglie che si innamora di una ex moglie. Le due si incontrano, si scoprono, si innamorano e diventano una nuova coppia. L’ex marito di una però non ci sta.
“Mi sembrava gentile” parla invece dell’incontro di un uomo con la donna della sua vita: lei è magra e rassicurante, ma ha un carattere un po’ “difficile”. Da un amore disincantato e appassionato si arriva agli schiaffi. A interpretare i due monologhi sono Andrea Lolli e Federica Quaglieri. “Storie di donne morte ammazzate” è un progetto di sensibilizzazione artistica, formazione e informazione sul tema della violenza contro le donne, ideato e scritto da Betta Cianchini, che incontrerà il pubblico nel corso dello spettacolo, e realizzato in collaborazione con l’Associazione Punto D e gli artisti di Spettacoliadomicilio.it.
L’appuntamento è alle 19.00 alla Chiesa del Gesù.
Gli incontri
Tornano ad Adriatico Mediterraneo le apprezzate presentazioni dei libri e autori marchigiani, grazie alla collaborazione con Pequod Editore. Alle 18.00 allo spazio incontri della Mole Vanvitelliana si ha la possibilità di incontrare Mario Di Desidero e Pierfrancesco Curzi.
Mario Di Desidero, insieme a Valerio Cuccaroni, presenta il suo “Uno che dove va non ritorna”, la cronaca disincantata di un’esistenza che naviga, anzi, galleggia, sul flusso degli eventi. Poulson, il protagonista, non è capace di andare a fondo, di immergersi nelle esperienze che vive. Un lungo susseguirsi di incontri e di avvenimenti, fugaci storie d’amore, situazioni paradossali descritte con fine ironia, numerosi colpi di scena; ma anche un tragicomico percorso della coscienza, sul filo di un’accurata indagine esistenziale e psicologica.
Pierfrancesco Curzi, insieme a Daniele Valeri, presenta “Stanno tutti bene”, la ricostruzione fedele di un viaggio di 20 giorni tra Uganda, Kenya e Rwanda compiuto a 15 anni esatti dal genocidio che sconvolse quest’ultimo Paese. Curzi ripercorre giorno per giorno questa straordinaria avventura vissuta (come di consueto nei suoi viaggi in giro per il mondo) a stretto contatto con le popolazioni e alla ricerca di testimonianze e storie di vita, ricostruisce le vicende storiche che hanno portato i tre Paesi visitati ad essere quello che sono oggi riprendendo il filo dopo la tragedia, ma offre anche spunti e suggerimenti per inediti viaggi fuori dagli schemi e dai consueti itinerari.
La Musica
Alle 21.00 alla Casa delle Culture di via Vallemiano salgono sul palco due giovani e talentuose musiciste anconetane: Chiara e Margherita Burattini, per un concerto di violoncello e arpa. Ispirato dalla spiritualità mediterranea, il concerto vuole essere un dialogo tra due strumenti molto diversi in grado di dare origine ad un connubio di straordinaria forza vitale. I brani che verranno eseguiti attingono ad un repertorio che spazia tra stili, epoche e culture molto diverse, allo scopo di mettere in luce le diverse sfumature che le due voci possono assumere.
Alle 22.30 la Chiesa del Gesù offre il concerto di un duo di grande qualità che promette intrecci inediti tra le sponde dell’Adriatico: Maria Mazzotta e Redi Hasa. Straordinaria voce salentina lei, talentuoso violoncello albanese lui (solista tra l’altro dell’ensemble di Ludovico Einaudi), si sono uniti per un progetto dal significativo titolo di “Ura”, ovvero “ponte in albanese e “adesso” in salentino. Il risultato è un concerto che porta alla luce i legami possibili tra i repertori che navigano attraverso l’Adriatico unendo i Balcani e i Carpazi con le regioni del Sud Italia.