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Ancona,
sabato 8 settembre |
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Mole
Vanvitelliana - da ore 18.00 a 02.00
La Turchia ride
i disegnatori delle riviste
satiriche turche
all’inaugurazione, presenti
gli autori |
Appuntamento di grande rilevanza
nell’ambito del mondo della satira e del fumetto:
una mostra sui disegnatori satirici turchi, in particolare
quelli della rivista Le Man, vera e propria istituzione
della satira in Turchia. Da 15 anni ogni settimana
Le Man viene distribuito in maniera capillare da
Diyarbakir a Istanbul. I due fondatori della rivista,
che saranno ospiti della mostra sono personaggi
amati dalla gente come beniamini. Pur essendo stati
in passato molto invisi al potere, tanto da non
potere ottenere il passaporto per diversi anni,
i disegnatori di Le Man non hanno mai smesso di
essere sarcastici, ironici, iconoclasti. La loro
rivista ogni settimana attacca con il suo humour
caustico i vizi e le ipocrisie della società
turca con incredibile libertà espressiva.
Le Man è un vero e proprio settimanale di
attualità politica, ma è completamente
a fumetti. I suoi personaggi sono ormai punti di
riferimento per tutta la società turca. Del
resto, la Turchia conosce una tradizione vignettistica,
satirica, ma anche narrativa, di grande qualità
e ampiezza. Le Man è una casa editrice, una
rivista settimanale che esce in 150.000 copie, una
libreria bar nel
centro di Istanbul e un fenomeno di costume.
Incontrare gli autori
di Le Man significa conoscere qualcosa di più
del dibattito politico in Turchia in modo del tutto
inedito in Europa,
abituata a subirne un’immagine statica e carica
di luoghi comuni.
Un passo avanti quindi per trasformare la nostra
visione di questo paese e riflettere ancora sulla
sua controversa candidatura europea. Un’occasione
unica non solo per capire meglio cosa bolle in pentola
in Turchia, ma anche per entrare in contatto con
l’anima vivace e combattiva degli artisti
di questo paese: gli autori presenti incontreranno
il pubblico.
Ingresso libero;
aperta sino al 16 settembre dalle ore 17 alle 20.
Testo in catalogo di
Elettra Stramboulis
Catalogo edito da Fernandel Editore - Ravenna
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Teatro
delle Muse - ore 21.00
Mistero buffo (navigando a vista)
di e con Dario
Fo
«A
Dario Fo... che nella tradizione dei giullari medievali
fustiga il potere e riabilita la dignità degli
umiliati...» (Motivazione dell’Accademia
di Svezia per il conferimento del premio Nobel per
la Letteratura
a Dario Fo nel 1997). |
Un
evento impedibile, esclusivo per il festival. Uno
spettacolo del
grande Dario Fo, regista, drammaturgo, attore insignito
del Premio Nobel per la letteratura. Il suo spettacolo
più noto, che da decenni l’artista reinterpreta,
con grande successo, senza mai fare una replica dell’edizione
precedente, viene reinventato per l’occasione
con l’aggiunta di un sottotitolo e di episodi
legati al mare. Dario Fo ha raccolto per anni documenti
di teatro popolare di varie regioni italiane e di
altri paesi, di tutta Europa. Li ha ricostruiti in
uno spettacolo omogeneo, in cui le capacità
mimiche
dell’attore sono il mezzo principale di espressione
teatrale. Il filone è una passione “laica”:
un passione come la vedeva e la sentiva il popolo
che assisteva agli spettacoli sul sagrato delle
chiese e nelle piazze del Medioevo. Non a caso “Mistero”,
come ci ricorda lo stesso Fo nella presentazione del
suo lavoro, “...è il termine che nel
Medioevo acquista il significato di
rappresentazione sacra. Mistero buffo significa dunque
rappresentazione di temi sacri in chiave grottescosatirica.”
In Mistero buffo, l’arte di Fo raggiunge il
massimo grado di novità
e originalità, seguendo non la tradizione istituzionale
del teatro, ma la forza espressiva e la grande carica
comunicativa
dei giullari medievali. E Fo è un giullare
perfetto che, “manovrando” con grande
abilità, risa e serietà, ripercorre
una
storia millenaria fatta di abusi e ingiustizie, nel
tentativo, anche, di svegliare le coscienze, perché
in lui è pressante un impulso forte: la ricerca
della giustizia. I testi medievali recitati da Fo
a volte sono interamente autentici, a volte invece
sono rielaborazioni: questo è il caso per esempio
di Bonifacio VIII, che si basa su quanto riportato
in alcune cronache venete dove si presenta un Cristo
che prende a pedate il Papa per la sua condotta riprovevole.
Classico anacronismo medievale che intende sottolineare
l’enorme differenza tra i due. Questa originale
forma di teatro, creata da Fo, può essere meglio
compresa assistendo direttamente ai suoi spettacoli,
che sono irripetibili, l’uno diverso dall’altro.
Ogni volta, il contesto in cui si svolge lo spettacolo
-il luogo, i motivi occasionali, l’umore del
pubblico- crea una situazione comunicativa e di finzione
scenica nuova, diversa e sempre straordinaria.
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Nelle
vie e negli spazi del centro di Ancona
dalle ore 19.00 alle ore 02.00
Notte Mediterranea |
L’idea
è quella di animare le strade e le piazze del
centro di Ancona con i suoni e la cultura del Mediterraneo
e soprattutto dell’Adriatico: musicisti di strada,
piccole orchestrine e band improvvisate in una sorta
di colonna sonora del festival. Per trasformare una
città in arte e musica, una città per
suonare, che ad ogni angolo sveli inedite atmosfere,
tra antiche e nuove musiche, alla scoperta di sonorità
familiari o lontane. I musicisti, talvolta in modo
itinerante, suoneranno in libertà a partire
dalle ore 19.00 nei luoghi indicati in più
sessions diverse.
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Mole
Vanvitelliana
Guneri Icoglu
Ciò che anima la proposta
musicale di Guneri Icoglu, musicista turco di Istanbul
che coniuga tradizione e modernità, è
la ricerca stilistica, nella riproposizione della
musica tradizionale derviscia. All’espressività
sufi si aggiungono i suoni profondi e mitici della
musica tradizionale dell’Anatolia, dando vita
così ad un suono che alterna gioiosa malinconia
e intensità estatica.
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Mole
Vanvitelliana
Crossing the bridge
The sound of Istanbul Regia
di Fatih Akin |
Proiezione
del film-documentario di Fatih Akin, regista turco-tedesco
vincitore dell’Orso d’Orso a Berlino 2004
con “La sposa turca”. Un documentario
sul mondo musicale di Istanbul. La storia è
quella del compositore Alexander Hacke, esponente
dell’avanguardia musicale tedesca, che ripercorre
il viaggio che fece in Turchia per scrivere la colonna
sonora della Sposa turca. Le emozioni, i rumori, i
colori di una metropoli che segna non il confine ma
l’incontro di Oriente e Occidente, e soprattutto
le sue melodie perché “quando arrivi
in un luogo e vuoi comprenderlo, ascolta la musica
che vi si suona”. Musica psichedelica e black
music turca si incontrano con il lamento della tradizione
kurda, il ballo dei moderni dervisci con le leggende
della musica popolare turca... Ma il vero protagonista
è il suono della città che -fatto di
musica, claxon, sirene, uccellini, voci- guida lo
spettatore alla scoperta del battito del cuore di
Istanbul.
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Corso
Mazzini
Duo Shurk |
Il
duo Shurk nasce nel 2002 a Ferrara, patria dei buskers
di tutto il mondo, è composto da Lisei Haardt-Spaeth
(fisarmonica, violino e voce) e Renzo Marzocchi (basso
e percussioni). Il duo riarrangia vecchi brani di
musica klezmer (musica ebraica dell’est europa)
e di musica balcanica, proponendo anche canzoni di
propria composizione.
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Piazza
del Plebiscito
Polyetnik Muzak |
E’
un combo di puro e duro folk che, pur essendo smaccatamente
folk, non ha niente a che vedere con i tipici gruppi
folkloristici e,
pur non disprezzando una certa ricerca musicale, non
ha niente a
che fare con i classici gruppi di ricercatori musicologi.
In definitiva, trattasi di una band che suona un folk
rigorosamente
acustico con la stessa carica del rock più
elettrico proponendo canzoni più o meno antiche
della tradizione popolare
europea. Un viaggio nel tempo senza tempo sulle note
riarrangiate e reinventate di giullari, pastori, contadini,
pescatori, marinai, operai e malavitosi.
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Piazza
della Repubblica
Klez Gang |
Un
gruppo che propone al pubblico, rielaborandola in
modo
del tutto personale, la musica klezmer, balcanica
e dei paesi dell’est Europa. Musica struggente
ed allo stesso tempo travolgente che affonda le sue
radici nella cultura ebraica dell’Europa dell’Est.
Le composizioni, ispirate alle danze e alle canzoni
popolari, erano eseguite da piccoli complessi di musicisti
di umile origine, che le facevano risuonare nelle
taverne, nelle strade, e le portavano nelle case,
anche le più ricche, dove si celebrava un matrimonio.
Un canto che si effondeva solo attraverso gli strumenti
-un misto di gioia sfrenata e di malinconia struggente,
di ebbrezza e di meditazione- allietava la
festa e assecondava le danze.
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Piazza
Roma
Fanfara Burek
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La
Fanfara Burek è un gruppo di musicisti di strada,
ciascuno dei
quali ha portato con sè la propria esperienza
artistica, maturata negli ambiti più disparati.
La musica di strada della Fanfara Burek è allegra
e pirotecnica; ricca di incursioni jazz e di rocamboleschi
soli; energica, scanzonata e carica di ritmo, attinge
con dissacrante disinvoltura dai più disparati
generi musicali. Il palcoscenico ideale per la Fanfara
Burek dove fare musica, è la strada, i musicisti
sono a diretto contatto con il pubblico, rendendolo
protagonista dello spettacolo e senza disdegnare gag
da cabaret, grazie alle capacità improvvisative
maturate
nel corso degli anni nei principali busker festival
italiani ed europei.
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vedi 5 6 7 8 9 12 13 14 15 21 22 28 29 30 settembre
vedi 10 16 22 novembre
vedi 1 dicembre |
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