La parola klezmer viene dalla fusione
di due parole ebraiche, kley e zemer, letteralmente strumento
musicale. La musica klezmer dunque, volendo definire sé
stessa, si definisce tautologicamente musica strumentale.
Eppure questa definizione un po' ingenua in una certa
misura ci spiega la ragione d'essere profonda di questa
musica venuta da lontano, da lontano nel tempo e nello
spazio, che cionondimeno affascina e commuove persone
apparentemente ad essa estranee. In termini sintetici,
familiari ad un pubblico giovanile, il klezmer è
insieme una fusion music e una soul music.
Fusion music in quanto è musica
di sincretismo che fonde in sé strutture melodiche,
ritmiche ed espressive che provengono da differenti aree
geografiche e culturali; soul music perché esprime
profondamente sentimenti di un popolo, il suo travaglio,
la sua estasi, la sua esistenza, la sua fede.
Il klezmer si genera all'interno
delle comunità ebraiche dell'Europa orientale,
in particolare delle comunità khassidiche, ed è
patrimonio e prerogativa di musicisti che per scelta o
costrizione sono in continuo movimento.
Le forme musicali presenti nel klezmer
provengono da un'area territoriale molto vasta che comprendeva:
l'Impero Austro-Ungarico, tutto l'Impero zarista fino
a lambire consistentemente l'Impero Ottomano, ragione
per la quale si avvertono influenze della musica greca
e di quella turca.
Lo strumento
emblematico del mondo ebraico degli zhtetl e dei ghetti
è sicuramente il violino, ma nel klezmer acquisterà
crescente rilievo il clarinetto apportando un contributo
centrale che marcherà il carattere delle sonorità
più tipiche. Ma svolgeranno un ruolo importante
anche gli ottoni, in particolare la tromba, gli strumenti
percussivi, melodico percussivi come il cymbalon e altri
strumenti come il cello, usato in funzione di bassetto
portatile.
Il klezmer, in quanto musica tradizionale,
non nasce per ragioni meramente estetiche, ma con la funzione
di accompagnare eventi della vita delle comunità
da cui proviene. Quindi questa musica era intimamente
legata alla vita ebraica e al popolo dell'ebraismo est-europeo
e veniva eseguita in occasione di matrimoni, nascite e
circoncisioni, maggiorità religiose, feste e riti,
segnava in generale il ritmo dell'esistenza degli ebrei
intrecciata con lo studio e la prassi della Torah. Legato
al destino della sua gente, il klezmer ha subito ogni
sorta di vessazione. Ha subito proibizioni, revoche delle
proibizioni, revoche delle revoche.
È stato in balia del ridicolo furore di poteri
locali laici e religiosi che ne chiedevano il contingentamento,
così che era lecito esibirsi in un trio ma non
in un quartetto e altre bizzarie del genere.
Una musica dalla vita estremamente
travagliata ma che, nascendo dalla profondità dei
sentimenti della sua gente, è riuscita ad arrivare
fino a noi integra e vitale resistendo alle temperie delle
migrazioni, prima la fuga seguita alla dissoluzione dello
Shetl (per accogliere una espressione dello scrittore
Joseph Roth), poi la massiccia emigrazione degli ostjuden
negli Stati Uniti dove questa musica ha conosciuto una
nuova stagione. Si è contaminata con il jazz e
lo ha verosimilmente influenzato nel periodo del suo formarsi
come espressione artistica originale.
La familiarità del klezmer
con l'improvvisazione ha evidentemente favorito questo
incontro. Musicisti ebrei di origine est e centro Europa
come Benny Goodman e George Gershwin hanno probabilmente
e vissuto il klezmer in ambito familiare.
La musica klezmer non cesserà
mai di esistere negli USA, ma vi conoscerà un declino
negli anni fra i ’30 e i ’60 a causa dell'ardente
aspirazione della prima generazione di ebrei "born
in U.S.A." di integrarsi e confondersi nella nuova
patria. In seguito la sua inestinguibile forza vitale
troverà nei nipoti e nei pronipoti della generazione
dei maestri, nuovi profeti e il klezmer conoscerà
un impetuoso revival nord-americano negli anni ’70
e ’80, quindi dilagherà in Europa, in particolare
in Francia, Germania, Olanda e da ultimo anche in Italia.
In Israele il mitico clarinettista
Giora Feidman sarà il mirabile e ineguagliato musicista-ponte
fra la grande tradizione del passato e il futuro ancora
tutto da scrivere. Ma qual'è identità intima
di questa musica, cosa la differenzia dalle espressioni
musicali dell'est-Europa, verso le quali ha debiti evidenti
ed imprescindibili.
Il suo specifico è il filo
rosso del canto sinagogale, del nigun khassidico, la melodia
paraliturgica, creazione di geniali cantori su memorie
antiche cha hanno ancora il sapore di quel deserto dove
l'uomo si smarrisce per incontrare il divino. E questo
filo è ineluttabilmente intessuto nelle fibre dei
suoni, così come nell'ordito che forma il tessuto
di quella musica.
I modi, lo stile, melismi, espressioni,
tensioni espressive dell'arte cantoriale sono ripresi
e assimilati nell'intenzione esecutiva ed espressiva dei
klezmorin (i musicisti klezmer). Lo sono tecnicamente,
ma lo sono soprattutto nell'interiorità, "nell'essere
cantati", più che nel cantare. I klezmorin
provenivano spesso dal mondo della sinagoga, che è
insieme teatro e teatro d'opera ebraico, erano stati khazanim,
cantori, o meshorerim, aiuto-cantori.
Il klezmer, secolarizzandosi e laicizzandosi,
è in qualche misura "decaduto", ma nel
suo profondo mantiene i suoi geni di musica "povera"
proveniente da una cultura a lungo vessata e disprezzata,
è musica "sporca", mai salottiera, non
è fatta per essere commerciale, anche se lo scempio
mercantile non l'ha risparmiata.
I giovani che entusiasticamente vi
si avvicinano devono avere la consapevolezza che il popolo
che ha generato il klezmer ha vissuto un destino unico,
è stato sradicato dalla terra d'Europa, la sua
terra, è stato annientato e bruciato nel silenzio.
Questo mondo e i suoi segni ci parlano da un infinito
dolore e pure riescono a trasmetterci vita e gioia nel
loro essere sospesi fra cielo e terra, fra il divino e
la sua assenza.
Chi sceglie di vivere con essi e
di esse non può prescindere dalle loro singolarità,
deve curarsi di non museificarli, né per converso
di ucciderli con la banalità delle kermesse festaiole.
da www.klezmerfestival.it