Mostra De Trilogia (pt.2) di Anjeza Rama
A cura di Nicoletta Carnevali.
La mostra presenta disegni rapidi realizzati a china, penna e pennarello su carta realizzati dall’artista per ingannare il tempo durante una serie di spostamenti in loop in treno tra Senigallia, terra adottiva di Rama, e Firenze, luogo dove ancora risiede la famiglia della pittrice di origine albanese.
Dietro i primi lavori non c'è un'idea organica ma prevalentemente la voglia di usare il disegno come forma di divagazione durante un'attesa. Emerge tuttavia, nel corso dei mesi, un filo conduttore, un tema ricorrente, quello della rappresentazione del volto, sempre femminile - cifra stilista della pittrice - sempre visibile soltanto parzialmente, declinato in una serie di varianti. Quello che inizialmente sembra un esercizio di stile in breve si trasforma in una vera e propria linea poetica, il subconscio agisce in modo potente e questi volti non completamente rivelati, iniziano progressivamente a raccontare storie. Vengono catturati e riportati sulla carta frammenti di volti, stralci di conversazioni trasformati in ispirazioni, rapporti relazionali tra persone sconosciute. Tutto il microcosmo umano rappresentato da un vagone di un treno regionale. Queste immagini portano con loro il vissuto di Anjeza Rama, artista donna, albanese, con un percorso formativo diviso tra Albania e Italia, ma anche la visione del mondo con le sue problematiche sociali e relazionali. Figura chiave della ricerca è il complesso mondo femminile così difficile da sondare e indagare nelle sue più profonde sfaccettature. La parzialità della visione, richiede allo spettatore uno sforzo di immaginazione, un atto di completamento. Quello che conta in fondo è la parte che ancora non c'è. De Trilogia, articolato nei tre periodi [pt. 1], andato già in scena, [pt. 2] che si aprirà il 27 luglio per un mese e il prossimo [pt. 3] esprime una ricerca al limite del maniacale sul corpo umano, ma soprattutto sul volto. Un numero infinito di bozzetti, di schizzi e di fogli-studio senza soluzione di continuità. Storie e parole racchiuse in immagini, in gocce nere di china. Il proposito, arduo, è quello di indagare e racchiudere i primi vent’anni di carriera dell’artista, classe 1985, in tre personali temporalmente distinte.
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