Adriatico Mediterraneo 2018 - XII edizione - Il programma di sabato 1 settembre
Qualche spostamento causa maltempo ma tutti gli eventi confermati per l’ultimo giorno di Adriatico Mediterraneo Festival: Meszecsinka e Hyper+ entrambi alla Mole, all’alba Sandor Szabò al Passetto, SangennaroBar alla Mole. Per gli incontri il “dirittismo” di Alessandro Barbano e i diritti negati in Libia con Amnesty. E poi libri e le proiezioni da Terra di Tutti Film Festival.
Conclusione con qualche spostamento ma con tutti gli eventi confermati per Adriatico Mediterraneo Festival 2018. Le previsioni del tempo portano a qualche trasloco ma il programma resta sostanzialmente confermato.
A chiudere i concerti alla Mole saranno i Meszecsinka, che si esibiranno alla Mole alle 21.15. Il gruppo arriva dall’Ungheria ma uniscono le molte anime dell’Est e fondono suoni raffinati e tradizione popolare: i componenti provengono infatti da Ungheria, Bulgaria, Polonia e Croazia e nelle loro canzoni portano le diverse anime dei paesi di provenienza. I Mezsecsinka sono davvero un distillato vitale della musica e della cultura folk dell’Est Europa: il loro nome in bulgaro vuol dire “piccola luna” e loro mixano world music, folk, pop e rock in un caos ordinato che li sta imponendo come uno dei fenomeni più interessanti e popolari dell’Europa Orientale. Appuntamento dunque per il concerto dei Meszecsinka alle 21.15 alla Mole, ingresso al concerto €8, ridotti €5.
Prima dei Meszecsinka saliranno sul palco gli Hyper+, che si esibiranno quindi anche loro alla Mole invece che al faro del Cardeto come inizialmente previsto. Hyper+ è un vero e proprio “laboratorio musicale”, nel quale Nicola Fazzini, Alessandro Fedrigo e Luca Colussi hanno sviluppato un originale vocabolario che applicano tanto a composizioni originali quanto a brani della tradizione jazzistica. Ricerca di nuove forme improvvisative e ispirazione da diversi contesti culturali sono i capisaldi alla base del progetto, che guarda al jazz ma anche alla musica araba. Un mix che meglio non potrebbe fondersi con la “piccola luna” balcanica. Hyper+ inizieranno come previsto il concerto alle 19.30.
La musica di AdMed: confermato il concerto all’alba al Passetto, SanGennaroBar trasloca alla Mole
È confermato alla scalinata del Passetto l’ultimo dei tre concerti all’alba, il ciclo di spettacoli per chitarra sola che ha visto la partecipazione di centinaia di persone che, alle 6 del mattino, sono arrivate al Monumento ai Caduti per vedere sorgere il sole insieme alla musica di Adriatico Mediterraneo Festival. A chiudere il ciclo sarà il chitarrista ungherese Sandor Szabò per un concerto “Tra Oriente e Occidente”: maestro di improvvisazione e composizione, Szabò nelle sue creazioni unisce l’estremo Oriente all’Europa Orientale, la padronanza di ogni tipo di chitarra a una profonda spiritualità e sensibilità.
Dall’alba a tarda notte: a chiudere la serata e il festival 2018 sarà SanGennaroBar, il cui dj set traslocherà però dal porto antico al Foyer dell’Auditorium della Mole. Qui alle 23.30 prende il via la festa finale di Adriatico Mediterraneo 2018 con un dj set che arriva da Napoli, ma con un suono che proviene da un lungo percorso attraverso Africa, Salento, America del Sud, India, Balcani, Spagna, Mediterraneo, Cuba, Sicilia. Sangennarobar porta infatti sulla pista la musica di molte tribù, mentre fanno il loro giro di danza indiani col sitar, percussionisti africani, argentini con il kahon, ballerine di tango, tarantella, danzatrici del ventre, cantanti bulgare e violinisti nomadi. Non poteva esserci un mix migliore per chiudere ballando e scatenandosi le Adriatico Mediterraneo Festival 2018.
Gli incontri: il “dirittismo” di Alessandro Barbano e i diritti negati nel Mediterraneo e in Libia con Amnesty International
Tutto confermato, anche nei luoghi, il programma di incontri, presentazioni di libri e proiezioni di sabato 1 settembre.
Diritti e Rovesci conclude il suo percorso di questa edizione con l’incontro con il giornalista Alessandro Barbano, alle 18.15 al Foyer dell’auditorium della Mole: il dibattito parte da un caso editoriale, il libro di Barbano “Troppi diritti”, sul quale si confronteranno proprio Alessandro Barbano e il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi. Si parte dalla provocazione-analisi di Barbano che nel suo libro traccia un quadro dell’Italia a tinte molto fosche, come di un Paese afflitto da un’ipertrofia dei diritti e da una scarsissima attenzione per i doveri, in cui nessuna élite ha più il coraggio di dire il vero e di fare i conti con minoranze organizzate sotto la bandiera dei diritti acquisiti. Ma sarà davvero così? O forse i diritti hanno tuttora una loro imprescindibile centralità in qualunque democrazia e vanno semplicemente riaffermati nella loro essenzialità?
Alle 19.15 in sala Vanvitelli alla Mole si parla invece di situazioni in cui i diritti senza dubbio sono calpestati: quelle del Mediterraneo centrale e della Libia, “frontiera di diritti negati”, come recita il titolo dell’incontro organizzato in collaborazione con Amnesty International. Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International solo a giugno e luglio 2018 sono oltre 700 le persone morte durante i tentativi di traversata del Mediterraneo e sono oltre 10.000 quelle arbitrariamente trattenute in campi di detenzione in Libia. Ne parlano Paolo Pignocchi, vicepresidente di Amnesty Italia, e Matteo De Bellis, ricercatore su asilo e migrazioni e uno dei curatori proprio dell’ultimo rapporto in materia di Amnesty: le politiche dei governi europei e italiano, il ruolo delle Ong, la situazione nei campi di detenzione in Libia, i porti “chiusi” sono solo alcuni degli attualissimi fili conduttori dell’incontro.
Libri e film: la Siria di Asmae Dachan, la musica vuota di Corrado Dottori, i corti di Terra di Tutti Film Festival
Si terrà come previsto alle 17 alla libreria La Feltrinelli di corso Garibaldi l’incontro con Asmae Dachan per presentare il suo “Il silenzio del mare” (Castelvecchi). Il romanzo attinge alla drammatica realtà della guerra in Siria, dove nel 2011 due fratelli si uniscono al movimento pacifista, che si sta sviluppando nel paese. Scoperti e minacciati dal regime, sono costretti a fuggire ma, imbarcatisi in Libia alla volta dell’Italia, durante la traversata accade una tragedia e Fadi arriva a terra da solo. In Italia il giovane siriano sarà accolto da un pescatore e da una giovane dottoressa, i cui destini si intrecciano in modo inaspettato. Asmae Dachan, giornalista professionista e scrittrice italo-siriana, ha ricevuto nel 2016 il premio della giuria al concorso Giornalisti del Mediterraneo. Modera l’incontro la giornalista Margherita Rinaldi.
L’ultimo libro e ultimo incontro con l’autore è alle 22.30 da Guasco-Caffè di quartiere, in piazza San Francesco alle Scale. Qui ci sarà Corrado Dottori per presentare “La musica vuota” (Italic Pequod), il suo romanzo che, grazie alla vicenda di Edoardo Alessi, consulente finanziario di successo in crisi di identità, racconta una storia familiare complessa che è anche memoria di una intera generazione a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo. Corrado Dottori nasce a Cupramontana nel 1972. Laureato in economia politica all’Università Bocconi, dopo tre anni di lavoro a Milano nel settore finanziario torna a vivere nelle Marche riavviando l’azienda agricola di famiglia. Modera l’incontro Andrea Nobili.
Il cinema di Adriatico Mediterraneo Festival partirà regolarmente alle 21.30 alla sala Vanvitelli con una serata tutta dedicata al Terra di Tutti Film Festival, la rassegna che racconta il sud del mondo e le aree di crisi attraverso corti e documentati. Due sono i titoli in programma. Il primo è “Loza”, di Jean-Sébastien Desbordes, Matthieu Martin e Nicolas Berthelot. Loza è una bimba di cinque anni, nata in Sudan, partita dal suo paese con il fratello e la madre, Nada. Ma la traversata attraverso il Mediterraneo si è trasformata in un incubo, la piccola Loza è rimasta sola a bordo con 400 migranti, fortunatamente è riuscita a raggiungere un paese vicino a Cannes dove hanno trovato rifugio da Hubert, per anni operatore umanitario. Il secondo e ultimo film è il pluripremiato “Les Soeurs: les femmes cachées du jihad” di Marina Ladous, Roméo Langlois e Etienne Huver. Il documentario, un’inchiesta giornalistica molto approfondita, si addentra nel mondo del reclutamento delle donne da parte dello stato islamico: racconta di come spesso queste venissero scelte fra donne giovani e vulnerabili, prede facili della propaganda e della manipolazione. I tre giornalisti francesi, nascosti sotto false identità, hanno esplorato a fondo le reti virtuali di reclutamento jihadista e sono entrati in contatto con le donne della jihad e con chi le ha reclutate. Entrambi i film sono presentati in lingua originale sottotitolati in italiano.