Adriatico Mediterraneo 2018 - XII edizione - Il programma di venerdì 31 agosto
L’alchimia musicale di A.T.A. alla Mole per unire jazz e canti orientali, e poi dalla Turchia lo scrittore Hakan Gunday, le crisi dimenticate con Medici Senza Frontiere, i libri di Adriatico Mediterraneo e le proiezioni. All’alba al Passetto Giuseppe De Trizio, al tramonto al Cardeto Gabriele Giuliano Ensemble
Si chiamano A.T.A. – Acoustic Tarab Alchemy, compongono in maniera inaspettata jazz e canti sufi, mischiano Europa e Medio Oriente e sono i protagonisti della serata di Adriatico Mediterraneo Festival di venerdì 31 agosto, con un concerto alla Mole Vanvitelliana alle 21.15.
A.T.A. è l’ultimo progetto nato da Houchine Ataa, il cantante di origine tunisina dell’Orchestra di Piazza Vittorio, vero e proprio laboratorio di integrazione e di contaminazione musicale. La sua voce si unisce qui a canti orientali, a un’anima sufi, a ritmi jazz: qualcosa insomma di completamente nuovo. Con Houchine Ataa ci sono Gaia Possenti al pianoforte, Bruno Zoia al contrabbasso a cinque corde e Simone Pulvano alle percussioni. A.T.A. diventa così un incontro di suoni e di persone che, partendo dal misticismo Sufi e aggiungendo il contributo dei diversi strumenti e delle differenti armonie ed esperienze musicali, genera una progressiva trasmutazione dei linguaggi, una nuova espressione musicale. Appuntamento dunque alle 21.15 alla Mole Vanvitelliana di Ancona per il concerto di A.T.A. – Acoustic Tarab Alchemy, organizzato in collaborazione con AMAT. Ingresso €8, ridotti €5.
Gli incontri: la libertà in Turchia con Hakan Gunday per Diritti e Rovesci e le crisi dimenticate con Medici Senza Frontiere
Adriatico Mediterraneo Festival torna ad approfondire la situazione in uno dei paesi centrali per gli equilibri del Medio Oriente e dell’Europa Orientale, la Turchia. Lo fa con il secondo incontro del ciclo “Diritti e Rovesci”, organizzato in collaborazione con il Garante dei Diritti – Ombudsman delle Marche, che inizierà alle 18.15 al Foyer dell’auditorium della Mole. Dopo avere ospitato negli anni passati Yavuz Baydar e Asli Erdogan, questa volta il protagonista è lo scrittore Hakan Gunday, una delle voci giovani più libere e interessanti sul Bosforo. “Diritto di scrivere, libertà di parlare: Turchia 2018” è il tema dell’incontro che ha l’obiettivo di cercare di capire quali strade abbiano le voci critiche in Turchia per potersi esprimere. Gunday, nato a Rodi nel 1976, è la rivelazione della letteratura turca degli ultimi anni. Figlio di diplomatici, sangue turco e sguardo europeo, è cresciuto spostandosi da una città all’altra, per poi approdare a Istanbul, dove adesso vive. Ha scritto otto romanzi nei quali racconta storie a tinte forti, con stile vivo e fulminante, con passione cocente e sensibilità profonda. A confrontarsi con lui sarà Marco Ansaldo, giornalista di La Repubblica, grande conoscitore e attento osservatore di tutto ciò che si muove sulle due sponde del Bosforo.
Alle 19.15 in sala Vanvitelli alla Mole Medici Senza Frontiere accende i riflettori sulle tante crisi che non trovano spazio su giornali e televisioni ma la cui comprensione è fondamentale per capire cosa sta succedendo anche nel Mediterraneo. “Media e crisi dimenticate” è il titolo dell’incontro che, grazie al confronto fra operatori umanitari, giornalisti ed esperti che conoscono dal vivo le aree di crisi e le raccontano quotidianamente con il loro lavoro, cercherà di far luce su quanto accade in luoghi spesso dimenticati dai grandi media ma in cui sono in corso guerre e crisi che provocano migliaia di vittime e processi migratori drammatici. Ne parleranno, Loris De Filippi, operatore umanitario ed ex presidente di MSF Italia, Barbara Schiavulli, corrispondente di guerra per “Il Fatto Quotidiano” e Pierfrancesco Curzi, giornalista e scrittore, collaboratore di “Il Resto del Carlino” e “Il Fatto Quotidiano” che modererà il dibattito.
Libri e film: l’afa di Curzi, il post terremoto in vespa e Tumarankè, i rifugiati visti dai loro telefonini
Due gli appuntamenti con i libri e gli autori di Adriatico Mediterraneo per venerdì 31 agosto. Alle 17 alla Feltrinelli di Corso Garibaldi Pierfrancesco Curzi presenta il suo “Nell’afa” (Vydia Editore): la storia dell’omicidio di una ragazza, di un colpevole ufficiale trovato nel quartiere multietnico della città, di tensioni e dinamiche sociali che, per molti versi, anticipano la realtà di queste settimane. Alle 22.30 l’appuntamento è invece alla Vineria Il Bugigattolo in via Traffico, per la presentazione di “Sulla schiena del drago” (Italic Pequod) con gli autori Enrico Mariani e Francesco Mazzanti per parlare del post sisma: il libra narra infatti il viaggio di Enrico, Francesco e la loro Vespa nei territori dell’Appennino stravolto dai terremoti e punta a dare un contributo alla rigenerazione delle aree, come un efficace preparato ideale e civile. Attraversare l’Appennino segnato profondamente dai terremoti, è stato infatti per Enrico e Francesco, innanzitutto un mettersi accanto a quanti hanno tenacemente scelto di restare, porsi in ascolto di volti, storie, vite che hanno bisogno, assieme alla necessaria assistenza materiale, di quel tempo e disponibilità di altri a stare qualche ora a parlare con loro.
I film alla Sala Vanvitelli, vero e proprio “cinema” di Adriatico Mediterraneo 2018, iniziano alle 21.30 con due proiezioni. Prima “Tumaranké”, film collettivo di Re-future che guarda alla vita dei richiedenti asilo arrivati in Italia attraverso gli obiettivi dei loro smartphone. Non a caso Tumarankè è la parola che in lingua bambara definisce “chi si mette in viaggio in cerca di un luogo migliore”: proprio i giovani viaggiatori sono i protagonisti in primo piano di questo documentario. A seguire torna l’ormai solida collaborazione tra Adriatico Mediterraneo Festival e Terra di Tutti Film Festival, la rassegna che presenta documentari e film per raccontare il sud del mondo e le aree di crisi. Il primo film in visione è “Blooms in the Concrete”, di Karine Morales e Caroline Péricard. Il film è il racconto di tre giovani donne tunisine, adolescenti della Rivoluzione del Gelsomino, che incarnano tutti gli aspetti di una lotta condivisa, quella per la libertà delle donne nel loro paese. Il film viene presentato in lingua originale sottotitolato in italiano.
La musica di AdMed: l’alba al Passetto, il tramonto al faro del Cardeto, la notte al porto antico
Anche la seconda giornata di Adriatico Mediterraneo Festival parte presto, al sorgere del sole. Alle 6 inizia infatti il secondo concerto all’alba alla scalinata del Passetto, uno dei luoghi più belli di Ancona. Venerdì 31 agosto tocca a Giuseppe De Trizio, che presenta “Flumine”, il suo primo lavoro da solista: dopo oltre vent’anni di carriera condivisa con Radicanto, Raiz e Teresa De Sio, il musicista barese propone al Passetto un itinerario sonoro, acustico e strumentale attraverso composizioni originali per chitarra classica e mandolino che tracciano un percorso affascinante che lega in un’atmosfera intima l’autore allo spettatore.
Al tramonto, alle 19.30, il sole di Adriatico Mediterraneo si sposta in un altro dei luoghi magici di Ancona, il vecchio faro nel parco del Cardeto, dove si uniscono musica e aperitivo. Qui sarà il turno di Gabriele Giuliano Ensemble: una formazione che porta alla scoperta della quintessenza della musica tradizionale del Sud Italia. Si tratta di un progetto artistico sperimentale che profuma di “popolare” e che, grazie agli ipnotici tempi di danza, trascende gli schemi sonori e vocali classici. Attraverso l'uso di un linguaggio musicale contemporaneo, fantasia e realtà si intrecciano naturalmente: uno spettacolo unico tra passato e presente, tra sperimentazione e tradizione verissima del profondo Sud Italia.
Per concludere la serata ci si sposta al porto antico, alla banchina n°1, per Frontiere, lo stage dedicato alla musica elettronica e più da ballare e dove si trova anche il punto food di Adriatico Mediterraneo dall’ora dell’aperitivo in poi. Qui si svolge Adriatic Vibes, in collaborazione con Caffè del Teatro: performance musicali live deep house e tribal accompagnati da prodotti tradizionali anconetani e salentini. In contemporanea al Lazzabaretto c’è il dj set “Mindfields” di Apeless, in collaborazione con Arci.