Fondato nel 1975 dalla scrittrice Rina Durante, il Canzoniere Grecanico Salentino è il più importante gruppo di musica popolare salentina, il primo a essersi formato in Puglia. L’affascinante dicotomia tra tradizione e modernità caratterizza la musica del CGS: il gruppo è composto dai principali protagonisti dell’attuale scena pugliese, che reinterpretano in chiave moderna le tradizioni che ruotano attorno alla celebre pizzica tarantata rituale, che aveva il potere di curare attraverso la musica, la trance e la danza il morso della leggendaria Taranta. Gli spettacoli del CGS sono un’esplosione di energia, passione, ritmo e magia, che trascinano in un viaggio dal passato al presente sul battito del tamburello, cuore pulsante della tradizione salentina. Guidato dal tamburellista e violinista Mauro Durante, che ha ereditato la leadership dal padre Daniele nel 2007, il CGS continua a innovare e a rappresentare la musica italiana nel mondo, collaborando con artisti del calibro di Ludovico Einaudi, Piers Faccini, Ballake Sissoko, Ibrahim Maalouf, Fanfara Tirana, Stewart Copeland del Police, e portando la voce di un territorio musicale che con la pizzica ha sempre manifestato la propria identità. Il CGS apre il Concertone della Notte della Tranta a Melpignano del 2010, 2012 e 2015. Acclamata da pubblico e critica con 20 album e innumerevoli tour internazionali, la band ha fatto la storia della world music italiana, venendo riconosciuto come Miglior Gruppo di world music al mondo ai Songlines Music Awards del 2018.
La band del Canzoniere Grecanico Salentino è composta da:
Mauro Durante, voce, percussioni, violino | Alessia Tondo, voce | Silvia Perrone, danza | Giulio Bianco, zampogna, armonica, flauti e fiati popolari, basso | Massimiliano Morabito, organetto | Emanuele Licci, voce, chitarra e bouzouki | Giancarlo Paglialunga, voce, tamburieddhu, percussioni
Yarákä è un progetto nato nel 2015, attento a esaltare la componente multietnica, in particolare quella comune matrice ritmica proveniente dall’Africa, che funge da catalizzatore e permette di sperimentare contaminazioni audaci con le sonorità Mediterranee e del Sud Italia. L’ensemble è formato da Gianni Sciambarruto, Virginia Pavone e Simone Carrino, tre musicisti tarantini che ricercano per esprimere una identità personale, per riscoprire le tradizioni con un’apertura verso la modernità e la contaminazione tra culture.
L’obiettivo della ricerca degli Yarákä è infatti quello di sublimare in musica il concetto di ritualità che caratterizza le pratiche legate alle tradizioni popolari, esplorando l’ancestrale rapporto uomo-natura. Yarákä è infatti una parola composta dai 4 elementi – acqua, aria, fuoco e terra – in lingua tupi-guaraní, una tra le più importanti tribù amazzoniche che rappresenta per la band un esempio perfetto di coesistenza tra uomo e natura.
Gli Yaràkä si sono esibiti in molte venue e festival, tra questi: Ethnos Festival (Napoli, finalisti del premio Generazioni), Premio Parodi (Cagliari, finalisti e menzione degli artisti in gara), Museo di Bologna per il festival (S)nodi, Raizes World Music Festival (Catania), Bari in Jazz, Premio Alberto Cesa, Taranto Jazz Festival in apertura al concerto di Enzo Avitabile, Artisti in Piazza (Pennabilli), Teatro Madre Festival (Ostuni), Festival Pensieri Correnti (Locorotondo) in apertura al concerto del Canzoniere Grecanico Salentino, etc.
Nel 2018 pubblicano l’album d’esordio Invocaçao. Nel 2019 sono protagonisti di una mini-tournée in Austria (Vienna e Linz) e Germania (Monaco di Baviera e Regen).
Nel 2022 pubblicano il documentario Nastya dal greco anastasis (rinascita), prodotto da Zero Nove Nove con il sostegno di Puglia Sounds Producers: i suoni popolari del Sud del mondo incontrano la riscoperta del dialetto tarantino, un connubio che si fa cifra stilistica di questo percorso. L’esecuzione in anteprima di alcuni brani dal vivo si alterna al racconto del nuovo repertorio. Questo racconto avviene nelle vie della Città vecchia di Taranto, il cuore pulsante della tarantinità: dalla Chiesa di San Domenico alla Chiesa di Sant’Andrea degli Armeni passando per l’ipogeo paleocristiano “Antro della sirena”.
Nel 2023 esce l’album Curannera, con otto tracce. “La Curannera (in dialetto tarantino Curannérə) nel contesto popolare era la guaritrice, una donna del popolo che esercitava medicina popolare in grado di guarire dal mal di gola al mal di testa, dalle lussazioni alla irregolarità delle fasi biologiche della donna, attraverso pratiche di vario tipo e ricorrendo, contemporaneamente e con gran frequenza, alla scienza naturale attraverso l’utilizzo di erbe, pietre e amuleti. La Curannera in pratiche rituali utilizzava elementi della natura per lenire i mali del corpo e della mente, per questo diviene la musa ispiratrice degli Yarákä: “per noi rappresenta il ponte perfetto tra sacro e profano, e tra culture apparentemente lontane” racconta Gianni Sciambarruto per introdurre al percorso di ricerca e scrittura affrontato dal trio tarantino nel nuovo lavoro discografico con l’etichetta discografica Zero Nove Nove.
Il repertorio degli Yarákä è intriso di ritualità: in ciascun brano si racconta l’esorcizzazione di un male dell’anima o di una paura che blocca il fluire delle energie e che trova la cura attraverso un canto ancestrale, come avviene nelle altre tradizioni del sud America. L’importanza della “Curandera”, colei che ha imparato a prendersi cura di sé stessa e degli altri, evidenzia una connessione con il mondo sciamanico nel quale esiste la figura di una donna, spesso di origine andina, che ha la stessa funzione: una presenza che vive a contatto con la terra, che rispetta le forze della natura, che a loro volta rispettano lei nella sua integrità di spirito.
Otto brani tra composizioni originali e alcuni brani della tradizione ri-arrangiati. Il viaggio musicale degli Yarákä si snoda in tutto il Sud Italia partendo dalla città vecchia di Taranto che fa da cornice per raccontare la genesi dell’ensemble e il lavoro di ricerca svolto con l’intento di riscoprire ed esaltare le tradizioni del passato. Il percorso, che parte dalla propria Terra e che utilizza l’invocazione come fenomeno antropologico, ha infatti affascinato il trio portandoli a scavare nei primordi per trovare il punto di giunzione tra le culture e le etnie primordiali. Taranto, come tutte le città di mare, è storicamente punto di incontro tra posti lontani.
Con la loro musica gli Yarákä vogliono omaggiare la sua lunga storia nata come fondazione spartana e l’importanza che ha avuto durante il periodo della Magna Grecia; la riscoperta del dialetto tarantino, che ha insite particolari ritmicità musicali, diventa pilastro portante dell’ensemble e carattere di unicità del loro percorso, oltre che strumento per diffondere in modo autentico gli ideali e la storia millenaria della Città dei due mari. Così gli Yarákä esprimono un forte attaccamento a quelle tradizioni antiche che rischiano di perdere le tracce nel tempo, e si fanno portavoce di un processo di risveglio della sensibilità dell’animo umano.
“In un periodo storico in cui – continua Virginia Pavone – tanti valori vanno sempre più sgretolandosi, si fa fatica ad amare sé stessi; praticando l’amore verso gli altri e verso la vita, si capisce esattamente cosa sia l’amore e come potersi amare per guarire dalla ferite che ciascuno di noi si porta dentro, prendendosene cura, come ci ha insegnato la Curannera”.
La ricerca degli Yaràkä attinge dalle raccolte bibliografiche di tipo etimologico storico-critico e da una indagine orale per ottenere documenti relativi agli usi e costumi rituali di un tempo. “Venendo da realtà cittadine piccole, – racconta Simone Carrino – con Yarákä diamo molta importanza ai valori del vivere “essenziale” nelle comunità per lo più contadine in cui la musica accompagnava, e scandiva, i momenti di un’esistenza a stretto contatto con la natura. Pertanto, la nostra ricerca diventa anche interiorizzare questo mondo che parlava per semplici espressioni per riconsegnarlo al nostro, in vesti adattate ma non deformate”.
Gli Yarákä sono:
Gianni Sciambarruto, berimbao, chitarra, saz, doromb, voce | Virginia Pavone, voce, flauto armonico, tamburo sciamanico | Simone Carrino, tamburello, riq, daf, kanjira, troccola, voce
L'ingresso è gratuito per i disabili e i bambini fino a 5 anni.
L’ingresso per l’Anfiteatro è da Piazza Anfiteatro (lato Piazza del Senato). Si consiglia di lasciare l'auto nei parcheggi Degli Archi in via Mamiani, Traiano in via XXIX Settembre, Cialdini in via Cialdini.
All'Anfiteatro non c'è servizio bar.
L'ingresso per i disabili è da Via Birarelli.
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