Dalle stesse casse fanno il loro ingresso indiani col sitar, percussionisti africani, argentini con il kahon, ballerine di tango, tarantella, danzatrici del ventre, cantanti bulgare e violinisti nomadi. Si alternano e si mischiano in una danza semplice ed istintiva.
I “devoti” di Sangennarobar sono altrettanto colorati. C‘è il turista straniero di passaggio che riconosce una musica tradizionale del suo paese e si mette a ballare, i gruppi di amanti della taranta e dei balli sul tamburo che danzano in cerchio, gli appassionati della cultura e del sound nero, musicisti sperimentatori amanti degli incroci tra i suoni e tutti i curiosi della musica wordlbeat.